Editore: J-Pop
Your name. Storyboard di Makoto Shinkai
Your name. Storyboard di Makoto Shinkai
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Il cuore visivo di un capolavoro che ha fatto innamorare il mondo intero
Scopri l’anima nascosta dietro le immagini indimenticabili di Your Name. Con questo volume straordinario: Your Name. Storyboard. Una raccolta completa e dettagliata degli storyboard realizzati da Makoto Shinkai, regista e autore del film che ha ridefinito l’animazione giapponese contemporanea.
Un viaggio poetico attraverso disegni, inquadrature e appunti originali che raccontano, scena per scena, la nascita di un capolavoro.
Contenuti speciali:
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Storyboard completi e commentati del film
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Appunti e indicazioni di regia scritti a mano da Shinkai
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Approfondimenti su regia, montaggio e composizione visiva
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Uno sguardo intimo sul processo creativo dietro ogni scena chiave
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Un prezioso documento per fan, studenti di cinema e aspiranti animatori
Perfetto per chi ha amato Your Name, per collezionisti di artbook e per chi vuole immergersi nella mente di uno dei più grandi autori dell’animazione giapponese.

Junji Itō 伊藤潤
Junji Ito: il maestro dell'incubo
Biografia
Junji Ito nasce il 31 luglio 1963 nella prefettura di Gifu, in Giappone. Fin da piccolo si appassiona al mondo dell’horror grazie alla sorella maggiore, che collezionava manga di Kazuo Umezu (un altro grande autore horror giapponese). Parallelamente, si forma come odontotecnico, mestiere che ha influenzato la sua attenzione quasi maniacale per i dettagli anatomici e grotteschi.
Durante il lavoro in clinica, inizia a disegnare manga come hobby e partecipa a un concorso della rivista Gekkan Halloween, vincendo con la prima versione di Tomie, storia di una ragazza immortale e maledetta. Questo debutto, nel 1987, lo lancia nel mondo del manga professionale.
Stile e tematiche
Il tratto di Junji Ito è unico: realistico, fine, quasi “chirurgico”, ma capace di trasformarsi in immagini deformate, viscerali e disturbanti.
Le sue storie non si affidano al "jump scare", ma a un orrore psicologico che cresce pagina dopo pagina. Le paure che esplora non sono solo soprannaturali, ma profondamente umane: l’ossessione, l’isolamento, la malattia, la perdita d’identità.
Usa spesso:
- Città fittizie isolate
- Elementi ricorrenti (spirali, capelli, occhi)
- Personaggi che “si trasformano” in ciò che temono
Opere principali
Uzumaki (1998–1999)
Una tranquilla cittadina viene lentamente consumata da una maledizione legata... alle spirali. Ogni oggetto, corpo o comportamento comincia a piegarsi a questa forma. Un capolavoro claustrofobico.
Tomie (1987–2000)
Una ragazza immortale, bellissima e sadica, che fa impazzire chiunque la incontri. Anche quando viene uccisa, il suo corpo si rigenera... creando infinite copie di sé.
Gyo (2001–2002)
Una misteriosa epidemia porta i pesci a camminare sulla terraferma, diffondendo un odore di morte e creature biomeccaniche. Una metafora potente e disgustosa della contaminazione.
Fragments of Horror (2014)
Una raccolta di racconti brevi che segna il ritorno di Ito dopo anni. Ogni storia è un esperimento diverso, che esplora le paure più intime e surreali.
No Longer Human (2017)
Adattamento del romanzo di Osamu Dazai, uno dei testi più tragici della letteratura giapponese. Ito lo trasforma in una discesa nell’autoannientamento e nella follia.
Premi e riconoscimenti
Junji Ito ha ricevuto diversi premi internazionali, tra cui:
- Eisner Award (più volte, tra cui nel 2019 e 2021)
- Heritage Award (Angoulême) nel 2023
- Collaborazioni con Marvel, Netflix, e studi di videogiochi come Kojima Productions
Adattamenti e popolarità
Le sue opere sono state adattate in:
- Anime e film live-action (come Tomie e Uzumaki)
- Serie Netflix (Junji Ito Maniac, 2023)
- Videogiochi e fan art virali
Il suo impatto è globale: da fan occidentali a designer, da registi a tatuatori, tutti sono affascinati dalla sua capacità di dare forma all’inquietudine.
Curiosità
- È un grande fan di H.P. Lovecraft, in particolare di Il colore venuto dallo spazio.
- Ha dichiarato di aver paura dei terremoti, del dentista (ironicamente), e… dei suoi stessi disegni.
- Il suo cane si chiama Non-non e compare spesso nelle sue interviste.